Roma è sempre una buona idea: che tu sia appassionato di cultura, di arte, di storia o di cibo, un weekend a Roma è sempre la scelta giusta!
Se sei ancora nella fase organizzativa e hai bisogno di qualche dritta allora LEGGI ANCHE: Tutto ciò che devi sapere per organizzare un viaggio a Roma
Noi siamo di quelli che amano tornare spesso a Roma principalmente per la sua deliziosa cucina: potremmo vivere di tonnarelli cacio e pepe e pinsa, ogni giorno, per sempre.
Si sa che a Roma dove mangi mangi è sempre tutto incredibilmente buono e per quanto ogni volta io cerchi di provare qualche posticino nuovo, bene o male ci sono alcuni posti immancabili in cui amo tornare, sicura di non sbagliare!
Noi siamo fermamente convinti che la migliore cucina di Roma si concentri a Trastevere.. la maggior parte dei nostri posti del cuore si trovano in questo splendido quartiere incredibilmente accogliente, tradizionale e denso di possibilità culinarie. E se Trastevere è la nostra meta prediletta per cena, per l'aperitivo a Campo dei Fiori non sbaglierai!
Ma al di là di Trastevere, a Roma in ogni angolo si trova un ristorantino o un'osteria da provare.. questa è una delle magie della capitale! Dopo aver scoperto insieme cosa fare e cosa vedere nella capitale, andiamo ora alla scoperta di alcuni dei nostri piatti e posti del cuore, tutti testati in prima persona (e bene o male il più aggiornati possibili) con i nostri giudizi personali!
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Piatti tipici della tradizione Romana
Iniziamo con quelli che sono i piatti tradizionali e imperdibili della cucina romana, dai primi, ai secondi e per finire nei dolci - tutto ciò che devi assolutamente assaggiare in un weekend a Roma!
- Supplì
I supplì sono delle buonissime crocchette di riso al ragù di carne con panatura croccante all'esterno e un cuore filante di mozzarella; assolutamente irresistibili e gustosi come antipasto e per accompagnare l'aperitivo.
Devono il loro nome alla loro mozzarella: un soldato francese di stanza a Roma a inizio ‘800; non si aspettava il formaggio filante all'interno e definì quella delizia una surprise (una “sorpresa”, italianizzato in supplì direttamente dal francese).
- Spaghetti alla carbonara
La ricetta della carbonara è un vero e proprio credo per ogni romano che si rispetti: uova, guanciale e pecorino romano - assolutamente da evitare la pancetta e qualunque genere di soffritto con cipolla o aglio. Solitamente la pasta migliore per una buona carbonara sono spaghetti o tonnarelli.
- Bucatini all'amatriciana
Grande classico romano, uno dei miei piatti preferiti: l’amatriciana come si deve è preparata con i bucatini, pomodori San Marzano, guanciale di Amatrice e pecorino romano DOP.
La storia dell’amatriciana è strettamente legata a quella della sua antenata, la pasta “alla gricia”, con cui condivide gli stessi ingredienti tranne il pomodoro.
La gricia è infatti nata nella zona a cavallo tra Lazio e Abruzzo, in paesini come quello di Amatrice; la sua ricetta venne aggiornata con l’aggiunta del pomodoro, divenendo l’attuale amatriciana che fu poi portata a Roma dai pastori durante la transumanza e dai molti osti originari della città di Amatrice. In questo modo la parola ‘matriciano divenne sinonimo di “ristoratore”, e da qui il nome di amatriciana.
- Tonnarello cacio e pepe
I tonnarelli sono una pasta all’uovo che ricorda uno spaghetto ma molto più spesso e poroso, motivo per cui è perfetto per la cacio e pepe: la cremosità del pecorino infatti si impregna deliziosamente nel tonnarello.
La storia di questa ricetta è collegata alla transumanza dei pastori tra Lazio, Umbria e Abruzzo, che spostandosi continuamente con le greggi necessitavano di ingredienti di facile reperibilità e ancor più facile cottura.
- Abbacchio scottadito
Detto anche abbacchio “alla romana”, si tratta di una ricetta pasquale che però viene cucinata tutto l’anno nei ristoranti di Roma.
L'ingrediente base è la carne dell'agnellino da latte, che nel Lazio è molto diffuso e viene chiamato abbacchio.
Si tratta quindi di costolette di agnello marinate, unte con lo strutto e cucinate sulla brace, e vanno mangiate ben calde per non perdere la tenerezza della carne.
Il nome infatti viene dal fatto che le costolette vanno mangiate con le mani mentre sono ancora bollenti, spesso scottandosi le dita.
- Coda alla vaccinara
La coda alla vaccinara è una specialità romana al 100% che conta solitamente quattro ingredienti fondamentali: coda di bue, salsa di pomodoro, cacamo amaro e il sedano. Grazie alla lunga cottura, la carne della coda si stacca dall’osso sciogliendosi in bocca, mentre il sugo che la accompagna è perfetta per fare la scarpetta con il pane!
Ogni trattoria che si rispetti ha la sua versione della coda alla vaccinara ma la ricetta originaria è sviluppata nel rione Regola, quartiere popolare dove abitavano i vaccinari, cioè le maestranze che lavoravano coi bovini nel mattatoio romano.
- Saltimbocca alla Romana
I saltimbocca alla romana sono delle semplici fettine di carne di vitello cotte nel burro e arrotolate su un cuore di prosciutto e una foglia di salvia tenuti assieme dal classico stuzzicadente.
- Carciofi alla giudia
I carciofi alla giudìa sono un piatto originario del ghetto ebraico di Roma ma ormai è diventato un grande classico di Roma.
I carciofi vengono marinati e poi privati delle foglie più esterne per poi essere fritti in olio d’oliva. Per questa ricetta gli chef romani usano rigorosamente le mammole (i carciofi cimaroli, senza spine e di forma tondeggiante).
L’origine dei carciofi alla giudia è evidentemente ebraica (infatti “giudìo” in gergo romano vuol dire ebreo) e venne portato a Roma dagli ebrei cacciati dalla Spagna.
- Pinsa
Pinsa viene dal latino “Pinsere” che in italiano significa allungare – stendere; quella che mangiamo oggi a Roma è una rivisitazione dell'antica ricetta che risale al tempo dell’ Antica Roma, rielaborata grazie a ingredienti e tecniche di lavorazione odierne.
La ricetta come idea originaria prende forma da un prodotto antico che proveniva dalle popolazioni contadine fuori le mura, le quali grazie alla macinazione di cereali (miglio, orzo e farro) e con l’aggiunta di sale ed erbe aromatiche, cucinavano queste schiacciatine o focacce allungate. Il termine Pinsa deriva appunto dal latino Pinsere: allungare-schiacciare. Questa ricetta classica nel corso dei secoli ha subito diverse rivisitazioni, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Rispetto al classico impasto per pizza, la pinsa romana fornisce una diversa quantità di acqua, e una minore percentuale di lievito, ottenendo così una preparazione più digeribile e meno calorica.
- Maritozzo
Il maritozzo è una fragrante brioche farcita con la panna: nello specifico si tratta di un pane dolce che in epoca romana veniva donato alla futura moglie dall'uomo, il “maritozzo”, che all'interno doveva inserire un anello o un altro oggetto d'oro come pegno d'amore.
Se vuoi fare una colazione tipica romana allora deve per forza essere con un maritozzo!
- Grattachecca
Per iniziare ed evitare un torto alla tradizione secolare della Grattachecca, precisiamo che non è una granita!!! ...ci somiglia solo!
Si tratta di ghiaccio grattato da una lastra con un apposito attrezzo con cui si riempie quindi un bicchiere e lo si condisce poi con ogni tipo di sciroppo possibile insieme a pezzi di frutta fresca.
C’è chi racconta che il nome “grattachecca” derivi, da una signora, tale Francesca, che anticamente grattava il ghiaccio. Per esortarla, le persone attorno a lei usavano dire “gratta, Checca”. Checca era proprio il diminutivo di Francesca.
Dove mangiare a Roma
Ora che abbiamo visto gli intramontabili classici della cucina romana, scopriamo insieme dove trovarli nella capitale!
Vineria di Roma - Trapizzino
Il nostro tour culinario di Roma (fondamentalmente uno dei principali motivi per cui tornati spesso nella capitale) inizia con una immancabile sosta in uno dei nostri posti preferiti, la Vineria di Roma, per gustare il suo famoso e succulento Trapizzino.
Il Trapizzino è un angolo di pizza farcito con delle tipiche ricette italiane e romane inventato una decina di anni fa da Stefano Callegari. Si tratta di una tasca di pizza bianca chiusa ai lati e realizzata con un impasto di farina di grano tenero e lievito.
E’ uno street-food romano da gustare seduti nei tavolini del locale o come noi, passeggiando lungo i vicoletti di Trastevere, alla ricerca di un posto dove cenare.
Abbiamo provato per la prima volta il Trapizzino l’anno scorso, e anche quest’anno non potevamo mancare: mentre guidavamo verso Roma parlavamo del momento in cui avremmo riaddentato questa meraviglia!
Come la prima volta, mi sono raccomandata con Enrico di prenderne solo uno da dividere, ma ovviamente non mi ha dato retta: quest’anno io sono tornata sul mio classico trapizzino alla Parmigiana, mentre Enrico ha provato zucchine e stracciatella (l’hanno scorso aveva scelto quello alla Coda alla Vaccinara).
Ovviamente, come quasi tutti gli intramontabili classici della cucina Romana, il Trapizzino non è assolutamente nè piccolino nè leggerino, ma sicuramente delizioso: l’impasto è eccezionale, e il ripieno super abbondante e saporito, qualsiasi cosa decidiate di metterci dentro: sicuramente con la parmigiana e la vaccinara non sbaglierete!
Prezzo (aggiornato a Luglio 2023): 5€ per Trapizzino
L’altra specialità della Vineria di Roma (che trovate ora anche a Milano e Torino) è il Supplì: ci sono tantissime varietà e gusti particolarissimi, come alla matriciana, cacio e pepe o alla gricia.
Tonnarello - Locanda dal 1876
Nel cuore di Trastevere, uno dei nostri ristoranti preferiti è sicuramente Tonnarello, dove torniamo ogni volta che siamo in città.
La storica osteria è in Via Paglia, ma c’è anche un altro ristorante dallo stesso nome e con gli stessi proprietari a poche centinaia di metri, in via della Scala, sempre a Trastevere. Fortunatamente, ancora in pochi conoscono la seconda sede! Mentre in quella storica ci sono centinaia di metri di fila, nella nuova la questione è sempre molto più rapida.
Anche quest’anno noi in un quarto d’ora di attesa - giusto il tempo di un trapizzino al volo - siamo riusciti ad avere un bel tavolino per due e gustare la loro specialità: ovviamente i tonnarelli!
Entrambi i ristoranti sono giganteschi, con tantissimi tavoli sia all’esterno che all’interno, e personale molto efficiente fortunatamente, dato che sono sempre perennemente affollatissimi sia da locali che da turisti.
Data la fama di Tonnarello se volete mangiare qui dovrete essere furbi: non accettano prenotazioni e la fila è sempre infinita, per cui se non vuoi aspettare per delle ore ti conviene venire sul presto verso gli orari di apertura e prediligere la nuova sede.
I Tonnarelli sono il loro cavallo di battaglia ma hanno tantissime specialità della cucina romana, inclusa la pinsa. I migliori sono ovviamente gli intramontabili cacio e pepe, grigia, amatriciana o carbonara!
Le porzioni sono immense, tenetelo in considerazione quando ordinate: quest’anno ci siamo un po’ più limitati, fortunatamente, ordinando solo un piatto (infinito) di pasta a testa, ma l’anno scorso avevamo preso anche una pinsa e non ho idea di come avessimo potuto finire tutto!
Rispetto all’anno scorso i prezzi sono aumentati di circa 2€ a piatto ma la qualità resta sempre eccellente facendo sì che ne valga comunque la pena, e data la fila che c’è sempre penso di non essere l’unica a pensarlo!
Prezzo: tonnarello cacio e pepe, tonnarello alla carbonara, un’acqua naturale da 1 litro e una birra media 39€.
Nannarella
Nannarella è un’altra osteria di Trastevere sorella di Tonnarello: stesso menù, stessi prezzi, stessa qualità e stesso stile. Una chance in più di provare i deliziosi piatti della tradizione romana che propongono da Tonnarello.
Come la cucina, anche la fama e di conseguenza la fila per avere un tavolo sono gli stessi che troverete da Tonnarello, per cui armatevi di tanta pazienza e tentate la fortuna in uno dei 3 ristoranti che vi sembra abbia meno attesa!
Osteria da Fortunata
La famosissima Osteria da Fortunata mi ispirava da un bel po’, per cui ci siamo dovuti andare per forza, nonostante fosse decisamente fuori dal nostro itinerario… ma ne è assolutamente valsa la pena!
Il posto è vicinissimo a Campo dei Fiori, e si tratta di un locale tranquillo, con le sfogline che tirano la pasta davanti alla vetrina. C’è sempre una fila lunghissima per sedersi al tavolo, per cui vale la stessa regola di Tonnarello: arrivate sul presto o aspetterete anche delle ore.
Per me la solita Amatriciana, devo dire forse la più buona che io abbia mai mangiato, mentre per Enrico una Carbonara, buonissima anche quella. I prezzi sono più alti rispetto a quelli che troverete a Trastevere, abbiamo speso 35€ per due piatti di pasta e un’acqua naturale, ma ne è totalmente valsa la pena! Consigliatissimo!
Ma parliamo ora di Pinsa: per me, la più buona della città la troverete in questo piccolissimo locale da asporto: Pinsa ‘mpò, appena fuori dalle mura del Vaticano.
Da fuori pare una semplice pizzeria, un po’ anonima e uguale a tante altre.. e invece ragazzi, che spettacolo!
E’ un posticino che abbiamo scoperto l’anno scorso e quest’anno ci siamo tornati la prima sera in città.. le settimane prima di tornare a Roma me la sognavo la notte questa Pinsa!
Il locale è fondamentalmente per l’asporto, ha qualche posto a sedere al bancone dentro, e qualche tavolino all’esterno per l’estate. Fregatevene del posto e datemi retta: andateci e provate tutti i gusti!
Questa volta ci siamo limitati a 3 pinse in due: una alla norma, una carbonara e una salsiccia e patate; l’anno scorso ne avevamo prese 4 ma in due era davvero troppo! Vi consigliamo anche quella all’amatriciana, deliziosa! Le classiche romane ci sono sempre, ma in realtà il menù cambia spesso, utilizzano molti ingredienti stagionali, per cui c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire!
Rapporto qualità prezzo eccellente: tre pinse e tre coca cole in lattina ci sono costate 22€
Rifugio Romano è la nostra ultima scoperta: questo weekend a Roma è stato il primo da vegetariana ed ero curiosa di provare qualche piatto della tradizione culinaria romana in chiave vegana.. il mio piatto romano preferito è sempre stata l’amatriciana e speravo di poterne mangiare una anche quest’anno.
Dopo varie ricerche mi sono imbattuta in Rifugio Romano, un ristorante specializzato in cucina romana in chiave veg, per cui ovviamente non potevamo non provarlo… e vi dirò che siamo rimasti decisamente stupiti e soddisfatti!
Il locale è carino ma piccolino, per cui se avete voglia di provarlo vi consiglio vivamente di prenotare qualche giorno prima - Rifugio Romano prenotazioni!
Noi siamo andati per pranzo e abbiamo provato due piccoli antipasti: un supplì e un arancino, poi per Enrico una cacio e pepe mentre per me ovviamente un’amatriciana, tutto in chiave vegan! I piatti erano buonissimi e le porzioni molto abbondanti con un ottimo rapporto qualità prezzo: abbiamo speso 42,50€ con anche un’acqua naturale da 1l e una birra media.
Decisamente consigliato!
Tiramisù Trastevere
Un’altra scoperta eccezionale di questo weekend romano 2023 è stato Tiramisù Trastevere.. esatto, avete capito bene: un locale specializzato esclusivamente in Tiramisù, un vero e proprio sogno ad occhi aperti.
Si può scegliere il formato tradizionale in due diversi formati - piccolo (5€) o grande (6€) - oppure è possibile variare il proprio tiramisù in altri gusti (per un sovrapprezzo di 50 cent) fra cui caramello, amaretto, rocher, frutti di bosco, oreo e nutella o pan di stelle con nutella dato che il tiramisù viene composto sul momento davanti a te.
Inoltre puoi scegliere un Tiramisù con caffè decaffeinato o in versione:
senza glutine
senza lattosio
vegano
Le possibilità che offre questo locale sono infinite e secondo me il concept è davvero geniale; noi ci siamo passati davanti per caso proprio mentre ci stavamo lamentando di quanto fossimo pieni e avessimo esagerato a cena da Tonnarello.. ma una volta visto questo posto non siamo riusciti a rinunciare e ne abbiamo provato una coppetta nella variegatura al caramello! Spettacolare!!
Alla Fonte d'Oro - Grattachecca
Quest'anno abbiamo avuto la brillante idea di andare a Roma in pieno Luglio e siamo letteralmente quasi morti di caldo.. se siamo sopravvissuti è solo grazie a un continuo mangiare le deliziose grattachecche romane.
Alla Fonte d'Oro, sul Tevere, la Grattachecca è una cosa seria da generazioni: si tratta infatti di uno dei chioschi più famosi e antichi della città.. se cerchi la vera Grattachecca qui non sbagli!
Pasticceria Parenti
Alla Pasticceria Parenti abbiamo sempre fatto colazione: si tratta di un posticino situato vicino al nostro hotel dove abbiamo sempre trovato l’imbarazzo della scelta con tantissimi dolci deliziosi, sulla strada verso il Vaticano.
Pasticceria 5 Lune
La Pasticceria 5 Lune si trova vicino a Campo dei Fiori, a una decina di metri dall’Osteria da Fortunata, infatti ci siamo passati per concludere il nostro pranzo in bellezza con un dolcetto. E’ una pasticceria a conduzione familiare, molto alla mano, con una varietà di prelibatezze vastissima. Qualsiasi cosa sceglierete non vi deluderà.
Se stai organizzando il tuo weekend a Roma e sei indeciso su cosa fare, allora non perderti il mio articolo con tutto il meglio che Roma ha da offrire e qualche spunto per un itinerario di 3 giorni!
LEGGI ANCHE: 3 giorni a Roma, la Città Eterna - itinerario, musei imperdibili e tutto su cosa vedere
Se sei ancora nella fase organizzativa e hai bisogno di qualche dritta allora LEGGI ANCHE: Tutto ciò che devi sapere per organizzare un viaggio a Roma Se hai a disposizione più di un paio di giorni per la tua vacanza, allora potresti prendere in considerazione l'idea di spingerti al di fuori di Roma ed esplorare qualche altra meraviglia nel Lazio come lo splendido borgo di Civita di Bagnoregio o il Parco dei Mostri di Viterbo.
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Prima del tuo viaggio a Roma non dimenticarti di acquistare una buona guida che ti permetta di visitarla in autonomia e di approfondirne ogni sfaccettatura!
Io come al solito non posso che consigliarti di andare sulla Lonely Planet, scegliendo fra:
- Lonely Planet Roma: nella sua ultima edizione del 2022, ovvero l’undicesima, ti permetterà di esplorare in lungo e in largo la capitale italiana scoprendone i segreti, la storia e la cultura, oltre che tantissimi spunti su cosa fare, vedere e mangiare a qualsiasi ora del giorno!
- Lonely Planet Roma formato pocket: vi consiglio il formato pocket in caso viaggiate leggeri e con poco spazio nello zaino o in valigia pur contenendo tutto l’essenziale. Trovo che sia super comoda da portare in borsa durante la tua esplorazione della capitale in modo da poter prendere spunti in qualsiasi momento del vostro viaggio. Anche questa è l’edizione del 2022, quindi nuova ed aggiornata.
Se conosci altri posti speciali in cui mangiare a Roma non esitare e ascrivermi qui sotto nei commenti, così nella mia prossima gita Romana potrò provare qualcosa di nuovo!
Per qualsiasi dubbio o altra informazione non esitare a scrivermi!
Nel frattempo,
buon viaggio e buon appetito!
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